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al testo di Marina Pacifici
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T’accarezza l’alba
nella coltre dei sogni. Riposi fra lenzuola d’onirica tregua il tuo guanciale color cielo l’ultimo raggio della luna d’argento la sognante illusione dilegua nel tenue velo. T’abbraccia dolce il vento del mattino, nello sguardo di mare dei tuoi occhi l’entusiasmo appassionato d’un bambino. Nel palpito d’un rimpianto mai sopito ecco risplende sospirata la tua dolce Barberino. T’ascolta attenta la tramontana nel meriggio dorato. Si desta la Memoria I ricordi ti prendono con tenerezza paterna fra le braccia e nel fremito del Tempo ti ritrovi sul sentiero dei sospiri nel soave passato. La tua scuola, le gioiose corse in grembiule e fiocco di un bambino, i poggi, la campagna, la romanica chiesa e l’ombroso sagrato…. Nella malinconica sinfonia dei ricordi il dolore dell’oggi s’assopisce placato. E all’ombra della maestosa quercia sotto l’antico porticato l’incanto d’una volta è rinato. Nello sguardo struggente d’amore foriero nel sorriso malinconico d’una giovane donna il Tempo ritrovato ti attende sull’agreste sentiero, al limite del bosco di ulivi. Tramonterà il sole in pioggia di raggi dorati nel bacio di porpora e d’ametista di fragranti viole. Nella malinconia del crepuscolo dei giorni andati le nostre solitudini s’inebrieranno di sole. Dolce sarà il sussurro d’amorevoli parole. Nel palpito di tenerezza d’un abbraccio ci saremo ritrovati. |
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